Chi fa da sé fa per tre. Il proverbio che rispecchia la verità sulla fragilità di una stretta di mano


                                                             



Il fragile filo che si collega tra i rapporti umani ricorda che in tali rapporti non c'è una garanzia..
Nelle relazioni, nei gruppi musicali, nelle amicizie, c'è sempre il rischio che tutto finisca da un momento all'altro..
Naturalmente il fatto che ogni rapporto umano sia a rischio non comporta che la natura dello stesso non ne abbia bisogno, tuttavia però quando le situazioni necessitano di certezze per poter raggiungere un proprio scopo è senz'altro più "salutare" esercitarne il pieno controllo, ricordando ahimè che le persone e anche tante altre cose sono soggette a continui mutamenti che riguardano le opinioni, le emozioni, la semplice sfortuna (o fortuna), l'invecchiamento, la morte di qualcuno anche o di un qualcosa, questa incostanza nell'andamento del creato viene definita anche impermanenza.
Infatti durante un rapporto sentimentale, musicale, lavorativo, tutto può succedere, ad esempio se sei il componente di una band rock per quanto felice tu sia di farne parte, devi sapere o (magari sai già) che da domani, oppure fra un mese, potresti non farne più parte.
Le persone in generale però tendono a non considerare più di tanto questi aspetti che già sanno, che sono anche appartenenti alle verità brutali che ci circondano,
meglio godersi il momento e non pensarci poi dicono,
che in parte è vero, ma dipende però anche da quello che ti giochi e se ne vale la pena, di fatto è bene ricordare anche che un rapporto malsano può incidere negativamente anche sulla salute di chi ne subisce gli effetti.
Le cause che vanno a mutare un rapporto tra persone sono spesso legate a contrasti dovuti per esempio a motivi come:
Selezione naturale, invidia, antipatia, differenti opinioni politiche, la fine di un rapporto amoroso, pregiudizi verso problemi di natura sociale (emarginazione), motivi economici..
L'opportunismo altrui è il motivo principale che genera la giustificata reazione futura di chi spesso ne è già stato vittima.
Un altro vantaggio di non collaborare con altre persone sta nel fatto di prendere decisioni senza dover rendere conto ad altri, se si ha quindi un'idea potenzialmente vincente la si può mettere in atto senza rischiare di doverla modificare perché non convincente da punto di vista di altri collaboratori,
questo è anche uno dei motivi per cui molti professionisti o artisti preferiscono arrangiarsi.. e direi che hanno ragione,
chi però si accorge di non avere certe potenzialità in un determinato campo, cercherà sempre di aggrapparsi ad altri per ottenere gli scopi prefissati, a meno che non cambi il settore in cui opera.
Coscienti del fatto che le persone in generale tendono a dare merito a chi spicca come la mente o il genio principale
In una società, cercheranno sempre di emergere distorcendo inevitabilmente la percezione di chi sia o non sia il leader o Manager, tutto a discapito della meritocrazia.
Un modo alquanto riprovevole di alcune persone per spiccare rispetto ai propri collaboratori è quello di metterli in cattiva luce senza però un reale motivo, esagerando ed evidenziando certi aspetti e allo stesso tempo tacendone altri.
le persone invece più indicate per formare un'attività (anche se non sempre possibile) sono forse quelle che rientrano nel proprio nucleo familiare come genitori e figli che hanno un rapporto più tollerante e fiducioso rispetto a una stretta di mano di due soci, a patto che siano professionalmente all'altezza ovviamente..
Un padre e una madre però non lascerà mai un figlio in mezzo a una strada mentre un collaboratore che vuole prendere le redini invece, sì potrebbe, specie se c'è un qualche interesse in gioco.

                                                           

Se al di là di una delle porte sopra ci fosse un traguardo importante che porterebbe un vantaggio rispetto ad altri, e un vostro amico vi invitasse ad entrare, e allo stesso tempo anche vostra madre da un'altra porta facesse lo stesso, voi di chi vi fidereste?                                     

                                                                                 CONCLUSIONE

Riepilogando, si può prendere accordi e cenare assieme finché si vuole per cose di minor importanza, ma nelle situazioni più importanti dove bisogna spartirsi posizioni di rilievo e di altro interesse, ognuno tira acqua per il suo mulino direbbe qualcuno.
Nel caso di società od eredità tra parenti, a meno che non si parli di genitori e figli c'è quasi sempre un conflitto per acquisire più beni o poteri possibili, questo perché ognuno fa gli interessi del proprio nucleo familiare.
Tutto il resto poi è secondario come ordine di importanza..
Nel caso di marito e moglie il rapporto di collaborazione potrebbe funzionare bene ma anche no, perché non vi è nessun legame di sangue, tutto potrebbe squagliarsi poi con una separazione/un divorzio e la relativa suddivisione dei beni e fonti di reddito.
Tra fratelli un accordo potrebbe funzionare ma è comunque a rischio, solitamente entra in gioco un genitore a meno che non si tratti di eredità di quest'ultimo.
Però alla fine la miglior regola è sempre quella dell' arrangiarsi ove possibile, regola poi che rispecchia quella del detto: "chi fa da sé fa per tre".

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